Inaugurazione a.a. 2011/12 Biotecnologie

Oggi, 26 settembre 2011, si è tenuta nella nuova facoltà di Biotecnologie la presentazione dell’anno accademico 2011/12.

Come in ogni evento istituzionale che si rispetti, alle nuove matricole che inaugureranno l’edificio nuovo di zecca si raccontano prospettive idilliache.

Peccato la realtà sia un po’diversa: anche noi, Studentesse e Studenti Napoletani, abbiamo voluto dare il benvenuto alle nuove matricole di Biotecnologie, chiarendo le reali condizioni in cui versano le nostre facoltà e l’università italiana, in generale.

I tagli indiscriminati che da anni si abbattono sui fondi destinati al finanziamento di Ricerca e Università e su quelli per il Diritto allo Studio, insieme alla scure governativa sui fondi regionali destinati a trasporti e convenzioni per studenti fanno sentire il proprio peso ancor prima dell’inizio dei corsi.

Abbiamo denunciato la mancanza di strutture come le mense, che diventano sempre più costose e offrono un menù ridotto, oppure le biblioteche che chiudono per mancanza di personale rendendo praticamente impossibile seguire i corsi e studiare all’università. Ancora, le borse di studio che vengono assegnate ad un numero sempre minore di studenti, seguendo peraltro criteri che prescindono dal reddito, premiando il fantomatico “merito”, a discapito degli studenti meno agiati, che ralmente ne hanno bisogno.

Tale discorso non è esclusivo per l’università, ma  rientra in un piano ben preciso di destrutturazione del welfare che con le ultime manovre finanziarie,dettate dall’unione europea,ha peggiorato la già precaria situazione dell’istruzione pubblica e non solo (trasporti,sanità,mondo del lavoro,ecc).

Tutto questo ci è stato proposto e riproposto con il mito della “meritocrazia”, con la pretesa della competizione tra sfruttati come modello vincente, con la necessità delle politiche di rigore e con la favola della maggiore occupazione legata alla maggiore “flessibilità”, con l’orizzonte dell’ingresso nel mercato europeo che esige “il cambiamento”.

Quale futuro tra queste macerie?

Studentesse e Studenti napoletan*

L’università che ci (a)spetta

L’anno accademico e’ appena iniziato. Molti studenti cominciano a orientarsi nell’universita’ che hanno scelto o dove sono capitati e cercano di comprendere che universita’ li attende e con un po’ di fantasia quale possa essere il loro futuro…

Sempre più, anno dopo anno, le condizioni dell’università peggiorano da tanti punti di vista. Con i nostri occhi abbiamo assistito a diversi “primi anni” ed ognuno di questi ha visto piombare il mondo universitario in un declino senza sosta, in un rincorrersi grottesco del sempre peggio.

La crisi economica globale è solo la mazzata finale per gli studenti (e non solo) dopo decenni di lento e progressivo smantellamento dell’istruzione pubblica, del diritto allo studio, di “riforme” fatte di tagli indiscriminati e aumenti di tasse.

Tutto ciò in una realtà, quella italiana, dove precarietà, disoccupazione, impoverimento del ceto medio, attacco alle classi subalterne e aumento del costo della vita (dai generi di prima necessità alle bollette, dalla benzina al trasporto pubblico) aggravano le già difficili condizioni di vita di tutti: lavoratori, migranti, disoccupati, precari e naturalmente studenti, in primis i meno agiati e i fuori sede.

Senza addentrarsi nel merito delle singole riforme italiane degli ultimi anni (che seguono direttive elaborate in ambito europeo) riteniamo utile riassumere molto schematicamente che è successo recentemente nel nostro sistema formativo (i dati in esame si riferiscono ad un periodo che va dal 2008, anno del DL 133, fino alle previsioni del 2013):

–          Tagli alla fondo ordinario di finanziamento per le università: si è passati da 7.41 milioni di euro a 6.57 (-11.31%), per calare ancora nel 2012 a 6.49 (-12.40) e arrivare nel 2013 con 6,45 miliardi (-12.95), mentre lo stanziamento per il Piano triennale sarà decurtato di 47.5 milioni (-51.80);

–          Tagli alle risorse per il Diritto allo Studio: caleranno da 151.98 a 77.37 milioni di euro (-49.09) , con aumento delle tasse a carico dello studente;

–          Tagli ai CUS (Centri Universitari Sportivi): passeranno da 11.19 a 5.36 milioni di euro (-52.03%);

–          Riduzione degli studentati e degli alloggi per gli studenti fuori sede: la quota destinata passerà da 31.33 a 18.66 (-40.44)

Di conseguenza, come già abbiamo assistito negli anni scorsi, ancor di più nel prossimo biennio andremo incontro a:

Aumento delle tasse universitarie;

Riduzione o scomparsa delle mense universitarie o aumento dei loro costi;

Riduzione del numero di borse di studio (attribuite per altro con criteri legati quasi esclusivamente al merito e non al reddito, a danno degli studenti in condizioni economiche più difficoltose).

A cui la crisi generale va ad aggiungere ulteriori rincari, quali:

Aumento del costo dei trasporti pubblici e riduzione delle convenzioni per gli studenti;

Aumento del costo dei libri.

Quale sarebbe la soluzione proposta oltre all’indiscriminato aumento delle tasse, che già nel 2010 hanno superato il tetto limite del 20% del finanziamento statale, facendo dell’Italia il 3° paese dell’ UE per la pressione fiscale sugli universitari?

L’ingresso dei privati nella gestione dell’università pubblica e negli organi accademici con forte orientamento della ricerca e della spesa verso i loro profitti a danno della collettività, la creazione di stage non retribuiti in strutture pubbliche e private per studenti in formazione (con nessuna possibilità di assunzione dopo) e l’aumento delle facoltà a numero chiuso con criteri sempre più duri e discutibili di di accesso e selezione.

Tutto questo ci è stato proposto e riproposto con il mito della “meritocrazia”, con la pretesa della competizione tra sfruttati come modello vincente, con la necessità delle politiche di rigore e con la favola della maggiore occupazione legata alla maggiore “flessibilità”, con l’orizzonte dell’ingresso nel mercato europeo che esige “il cambiamento”.

Oggi ci tocca solo registrare il cumulo di macerie che è diventata la nostra università e soprattutto il futuro precario che attende ormai tutti, persino gli studenti delle facoltà scientifiche (come medicina e ingegneria) storicamente risparmiati da questo fardello.

Difendere l’università oggi significa lottare per cambiarla, per renderla realmente libera e accessibile a tutti, soltanto partecipando in prima persona possiamo conquistare i diritti che ci spettano e che ci sono negati..

A pagare questa crisi non saranno gli studenti, né i lavoratori, né i precari né chi un lavoro non ce l’ha… la crisi la deve pagare chi l’ha causata, banchieri, padroni e speculatori!

Studenti e Studentesse Napoletani

scarica il volantino

Prima Federico II, poi Orientale: bloccati il Senati Accademici. Impediamo l’applicazione della Riforma!

Il 25 gennaio abbiamo fatto irruzione al Senato Accademico dell’Università di Napoli l’ Orientale, interrompendo e invalidando la seduta.

Questa azione è stata effettuata in continuità con il blocco del giorno precedente del Senato Accademico della Federico II che allo stesso modo è stato invalidato (leggi comunicato seguente).

Attraverso un documento abbiamo dato voce alle istanze degli studenti e abbiamo riaffermato ancora una volta la nostra contrarietà alla riforma Gelmini e la volontà  di continuare le mobilitazioni.

Abbiamo chiesto una presa di posizione netta e concreta da parte del S.A. dell’ateneo, riportando come esempio la scelta del rettore dell’Università di Torino Pelizzetti di far uscire il proprio ateneo dalla CRUI.

Nel corso delle mobilitazioni di novembre e dicembre alcuni docenti avevano espresso la propria  (presunta?) solidarietà, appoggiando le istanze anti-riforma del movimento studentesco. Tuttavia in questa sede istituzionalela risposta è stata unanime ma negativa, quasi in perfetta continuità con la strategia politica del Governo che continua a ignorare il dissenso studentesco.

Nonostante il varo formale della Riforma, l’applicazione nel concreto è delegata ai singoli atenei che hanno il compito di riscrivere gli statuti entro i 9 mesi previsti dalla legge, recependo i nuovi decreti. Abbiamo chiesto di non nominare le commissioni che dovranno riscrivere gli statuti, ricevendo dal Senato un rifiuto categorico, giustificato “dall’impossibilità di trasgredire la legge”.

Non sarà il loro immobilismo a fermare la nostra mobilitazione!

La riforma è passata… possiamo impedire che venga applicata!

La riforma è passata… Possiamo impedire che venga applicata!

Oggi 24 Gennaio era prevista la seduta del Senato Accademico dell’Ateneo Federico II, atta a muovere i primi passi verso l’applicazione effettiva della “legge Gelmini” nei singoli Atenei.

Il movimento studentesco, come annunciato, ha impedito lo svolgimento della seduta, cercando sin da subito di intaccare i vari passaggi dell’applicazione, dimostrando con la nostra presenza che il varo della Riforma non è per noi una sconfitta, bensì un ulteriore motivo per proseguire la lotta

Durante l’interruzione della seduta si è svolta la lettura di un documento che riportava le nostre posizioni sulla riforma e sottolineava l’interesse da parte degli organi accademici a sostenere l’attuazione definitiva della legge; a dimostrazione di ciò, si è avuta come risposta da parte del rettore e dell’intero senato la volontà di proseguire la seduta, minacciando provvedimenti “legali”.

Non saranno di certo le minacce degli organi istituzionali a fermarci, ma proseguiremo già da domani con l’appuntamento per l’interruzione del Senato Accademico dell’Orientale.

Non permetteremo che questa riforma venga attuata nei Nostri atenei!

Movimento Studentesco Napoletano

Clicca qui per leggere il documento presentato al senato accademico.

Cariche al Museo Nazionale, la repressione colpisce ancora.

Proprio mentre il ddl Gelmini veniva approvato in senato. La nostra mobilitazione non si è fermata. I tagli approvati da questo governo non avevano toccato solo scuola e università, ma l’intero fondo sociale nazionale. Siamo andati al Museo Nazionale a portare la nostra solidarietà agli opertori sociali che da stamane erano in mobilitazione. Ma l’unità delle lotte proprio non piace a chi ci governa. Come successe al San Carlo qualche settimana fa, dopo un’assemblea con i lavoratori, che di buon grado avevano accettato la nostra solidarietà, stavamo chiedendo di fare una visita guidata gratuita per tutti all’interno del museo, ma i carabinieri manganello alla mano hanno cominciato a picchiare duro, contro studenti e lavoratori, ferendo anche alcuni studenti. Una carica violenta a dimostrazione del clima repressivo che si sta respirando negli ultimi mesi contro chi sta lottando autorganizzandosi dal basso.

La vostra repressione non ci farà paura, la nostra lotta sarà sempre più dura.

lunedì 20 dicembre, ore 12:30 ed.20 – ASSEMBLEA PUBBLICA E COLAZIONE SOCIALE

Lunedì 20 dicembre alle 12:30, nei pressi dell’aula occupata Sergio Piro (Ed.20), si terrà un’assemblea pubblica con colazione sociale. Parleremo insieme della mobilitazione studentesca delle ultime settimane, in vista del grande corteo che si terrà a Napoli, come in tutte le città d’Italia, mercoledì 22 (appuntamento alle 9,30 a piazza del Gesù).

Dopo l’ultima giornata di mobilitazione a Roma, lo scorso 14 dicembre, la lotta non si ferma!
L’iter parlamentare del ddl Gelmini continua e la prossima settimana sarà in discussione al Senato con votazione prevista per il 22 mattina. Tutto ciò è inaccettabile, soprattutto alla luce del malcontento diffuso espresso dalle partecipatissime manifestazioni di questi giorni (a Roma eravamo in 100 mila!). Gli studenti torneranno in piazza il 22 a Napoli, come in tutta Italia, per ribadire il loro NO non solo alla riforma dell’università, ma anche a quelle logiche e quegli interessi che determinano disoccupazione, precariato e inquinamento ambientale.

Parliamone insieme! Partecipate e fate girare!

Vogliono BLOCCARCI il futuro? Noi BLOCCHIAMO TUTTO.

Oggi, studenti di scuole e università, siamo scesi nuovamente in piazza e, diretti verso la stazione centrale, abbiamo occupato i binari della Freccia Rossa, impedendo la circolazione dei treni ad alta velocità. Dopo il blocco del traffico ferroviario, protrattosi per oltre un’ora, ci si è diretti nuovamente in corteo verso il museo nazionale, per sfilare da lì lungo le vie del centro storico bloccando il traffico, facendo sentire alla gente la propria voce.

Cori e striscioni “blocchiamo tutto”, “No: rifiuti in strada, discariche, inceneritori. Si: differenziata, recupero, riciclo, riuso” tenevano alta l’attenzione non solo sul “decreto Gelmini” recentemente approvato alla Camera, ma anche sulla questione rifiuti, lanciando la data nazionale dell’11 dicembre a Terzigno.

La riforma universitaria è solo l’ultimo dei tanti tasselli che vanno a comporre il quadro generale di un Paese in cui si antepone l’interesse di pochi ai bisogni della popolazione, dal momento che sottomette l’istruzione alle esigenze del mercato, creando futuri lavoratori, precari a vita, privi di qualsiasi pensiero critico e diritti.

L’elemento speculativo è alla base anche dell’emergenza rifiuti, per la quale per anni governo e amministrazioni locali hanno avallato quel sistema di interessi che se da un lato lega politica, massoneria, camorra e imprenditori, dall’altro avvelena i territori e uccide gli abitanti della Campania.

La contestazione studentesca si è quindi unita a quella per la difesa del territorio, nell’ottica della generalizzazione delle lotte, con la quale ci si può opporre agli interessi borghesi.

UNITI SI VINCE.

Coordinamento II Policlinico

Guarda le foto del blocco stradale

Contemporanemente in tutta la città i comitati in difesa della Salute e dell’Ambiente hanno realizzato vari blocchi in strada con i rifiuti, parte delle tantissime tonnellate che ancora giacciono, chiedendo di liberare Napoli dall’immondizia con l’attuazione però di un autentico piano alternativo.

I blocchi sono stati realizzati a Materdei (via Imbriani), al centro storico, a Pianura, a via Argine a Ponticelli, a piazza Cavour.

I nostri DIRITTI contro i vostri PROFITTI >>> 15mila in piazza contro la riforma

30 novembre. Nonostante la pioggia torrenziale scendono in piazza oltre 15000 persone solo a Napoli, per urlare la propria rabbia contro il “decreto gelmini”, ultimo tassello del lungo processo di smantellamento della scuola e dell’università pubblica cominciato con il processo di Bologna. Il corteo è autorganizzato, costruito dal basso e senza l’appoggio di partiti, sindacati, associazioni che ogni giorno prestano il fianco al governo e agli industriali, rendendosi complici di questo scempio. Determinati e compatti dietro un unico striscione “blocchiamo tutto – nessuna riforma sulla pelle degli studenti” abbiamo percorso il centro di Napoli, colpendo i palazzi di Provincia e Regione, responsabili del degrado ambientale e della pessima gestione dello smaltimento dei rifiuti in città e nelle province ormai avvelenate, sanzionando il CEPU, simbolo delle speculazioni su quella cultura che sempre meno oggi possiamo considerare come un diritto (e che oggi più di prima gode del beneplacito del governo per incrementare il proprio profitto), contestando il Mattino, responsabile di una informazione faziosa e di bassa qualità, che criminalizza le lotte di studenti, disoccupati e migranti amplificando la voce dei padroni. Abbiamo proseguito, decisi verso CONFINDUSTRIA, simbolo di quell’interesse che si cela dietro la distruzione dell’università pubblica, bersagliandolo in maniera simbolica per palesare i veri interessi che si nascondono dietro le scelte che i governi degli ultimi 20 anni hanno fatto sulla nostra pelle. In ultimo abbiamo proseguito verso Castel dell’Ovo, occupandolo simbolicamente a conclusione del corteo.

In serata il decreto è stato approvato alla Camera e noi siamo scesi di nuovo in piazza, ancora più arrabbiati e decisi di prima. Abbiamo organizzato blocchi stradali in centro e parlato con la gente, quella stessa gente che stamattina ci batteva le mani partecipando dai balconi e che non crede più alle favole che si sente propinare dai giornali e dalle tv in modo sempre più martellante.

Per noi questo è solo l’inizio! Domani la protesta continuerà. Non si fermerà con l’approvazione alla Camera. Ora che le nostre coscienze si sono risvegliate, ora che abbiamo aperto tutti gli occhi su quella che è la triste realtà, bisogna solo continuare a far sentire la propria voce. Bisogna organizzarsi e scendere in piazza, ogni giorno, riappropriandoci di quei diritti che poco a poco ci sono stati tolti e sanzionando chi ci nega il futuro per speculare e fare il proprio interesse.

BLOCCHIAMOLI!!

Coordinamento II Policlinico

Comunicato 25/11

Oggi, 25 novembre, in continuità con il percorso di mobilitazione che in tutt’Italia studenti, lavoratori, ricercatori e precari della scuola e dell’università stanno portando avanti, a Napoli si è sviluppata una giornata di proteste contro l’approvazione del Ddl Gelmini.

Alle 8.00 decine di studenti hanno occupato Palazzo Giusso, sede dell’Università Orientale, dando vita alla costruzione del primo tassello di una giornata di proteste. In tutte le facoltà e gli atenei gli studenti hanno dato vita a volantinaggi e interruzioni dei corsi per sensibilizzare e rilanciare la lotta contro lo smantellamento dell’università pubblica.

Alle 15.00 un’assemblea molto partecipata, tenutasi nell’Università occupata, ha deciso di portare la rabbia al di fuori delle mura degli atenei. Centinaia di studenti e studentesse sono partite con un corteo non autorizzato percorrendo le strade della città: un blitz al Maschio Angioino, la rottura della “normalità” dello shopping pre-natalizio nella rinomata Via Roma, la protesta contro la Provincia, tra i colpevoli della cosiddetta emergenza rifiuti, la contestazione ad un convegno dell’estrema destra locale (rinfoltiti dalla presenza di noti esponenti della maggioranza regionale), la confluenza con un presidio dei disoccupati Bros, hanno caratterizzato questo pomeriggio di lotta.

La ‘normalità’ e la ‘legalità’ entro cui vorrebbero imbrigliare i movimenti autorganizzati non hanno fermato la determinazione con la quale gli studenti sono scesi in piazza. Determinazione che è la stessa dei compagni colpiti dalla scure della repressione e che come Tonino, arrestato perché antifascista, resistono nelle prigioni dello stato.

Riunitisi nuovamente in assemblea, gli studenti hanno lanciato un nuovo appuntamento di mobilitazione per domani mattina alle 10.00 a Palazzo Giusso (Orientale) per proseguire la protesta in tutte le facoltà, le scuole e le strade della città.


Studenti autorganizzati napoletani