Per il diritto del Popolo Libico ad autodeterminarsi senza le ingerenze straniere.

Mentre festeggiamo l’anniversario della Comune di Parigi, che ci appassiona sicuramente più dell’avvenuta festa dell’Unità nazionale, ci giunge la notizia dell’inizio dei bombardamenti europei in Libia.
Quando uno Stato o un insieme di Stati bombarda un altro non ci domandiamo più da che parte stare. Se questo Stato è poi dell’Unione Europea e l’altro è ricco di petrolio neanche il più cretino dei democratici ha il diritto di dubitare. Gli ultimi 20 anni ci hanno abituati a guerre umanitarie, a ricerche di terroristi mai trovati e a armi di distruzione di massa inesistenti. Chiunque abbia un cervello ha gli strumenti e gli anticorpi per capire ormai che QUALUNQUE COSA DICANO SU QUALSIASI STATO DA BOMBARDARE è UNA MENZOGNA, e se c’è qualcosa di vero è ingigantito per giustificare e preparare le persone a credere che è necessario, che “bisogna pur fare qualcosa”.
Non è importante che in Egitto stiano contando ancora i morti o che in Arabia Saudita sparano per le strade a vista sui manifestanti, lì ci sono gli amici e il petrolio ce lo danno lo stesso.
L’arte della propaganda ha preparato il terreno per cui ora la Libia è il problema! Già si parlava di decine di migliaia di morti al primo giorno di conflitto in un paese che ha una densità di abitanti tanto bassa che 10000 morti non li farebbero nemmeno una decina di bombe atomiche!
Hanno parlato di fosse comuni (false), di un popolo intero in rivolta da Est a Ovest.
Gli USA con gli Arabi non possono più sporcarsi la faccia e il lavoro sporco lo fa la Francia, poco importa.
Paradossale il fatto che si continuino a propagandare con la macchina da guerra più efficace del mondo occidentale (i media) queste bandiere verdi e nere del vecchio Regno Unito di Libia, non meno inquietanti di quelle dei peggiori regimi della storia, schiavo e collaborazionista di Stati come Italia e USA che non aspettano altro di rimettere gli artigli sulle risorse energetiche libiche, insieme all’amichetto imperialista di turno, proprio come quando sulla Libia sventolava la bandiera che (guarda un po’!!!) oggi significa libertà!!!!
Significativo ci risulta la posizione di esponenti di sinistra che nei salotti televisivi si fanno portabandiera della pace salvo poi difendere gli interessi della nazione in un’offensiva bellica a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste.
Contro la guerra imperialista, per il diritto del Popolo Libico ad autodeterminarsi senza le ingerenze straniere.
Domani presidio ore 10:30 a piazza Dante

La lotta non può essere sgomberata!!! Solidarietà ai compagni dell’orientale.

Sembrava un tranquillo lunedì e invece la mano repressiva delle istituzioni ha mostrato la propria forza.

Alle 7.00 ca. i carabinieri in assetto antisommossa hanno fatto irruzione nei due spazi FANON e ZERO81, da poco LIBERATI dall’oblio e restituiti ad una funzione sociale e di lotta. Le forze del (dis)ordine hanno persino valicato i confini della mensa occupata penetrando con irruenza all’interno di Palazzo Giusso, sede dell’università Orientale, proprio con la complicità del rettore Viganoni. Un evento repressivo del genere non si verificava da 40 anni, ed è dunque emblema della repressione contro chi in questi mesi di lotta ha voluto riappropriarsi dei propri spazi, dei propri diritti, del proprio futuro.

La nostra lotta non può fermarsi di fronte alle continue intimidazioni, ai continui sgomberi, da parte delle istituzioni.

LA VOSTRA REPRESSIONE NON CI FA PAURA, PER DIFENDERE I NOSTRI SPAZI LIBERATI LA LOTTA SARA’ SEMPRE PIU’ DURA.

APPUNTAMENTO ALLE ORE 15.00 A PALAZZO GIUSSO.

Coordinamento II Policlinico

La riforma è passata… Possiamo impedire che venga applicata!

Oggi 24 Gennaio era prevista la seduta del Senato Accademico dell’Ateneo Federico II, atta a muovere i primi passi verso l’applicazione effettiva della “legge Gelmini” nei singoli Atenei.

Il movimento studentesco, come annunciato, ha impedito lo svolgimento della seduta, cercando sin da subito di intaccare i vari passaggi dell’applicazione, dimostrando con la nostra presenza che il varo della Riforma non è per noi una sconfitta, bensì un ulteriore motivo per proseguire la lotta

Durante l’interruzione della seduta si è svolta la lettura di un documento che riportava le nostre posizioni sulla riforma e sottolineava l’interesse da parte degli organi accademici a sostenere l’attuazione definitiva della legge; a dimostrazione di ciò, si è avuta come risposta da parte del rettore e dell’intero senato la volontà di proseguire la seduta, minacciando provvedimenti “legali”.

Non saranno di certo le minacce degli organi istituzionali a fermarci, ma proseguiremo già da domani con l’appuntamento per l’interruzione del Senato Accademico dell’Orientale.

Non permetteremo che questa riforma venga attuata nei Nostri atenei!

Movimento Studentesco Napoletano

Clicca qui per leggere il documento presentato al senato accademico.

Sabato 22/01: Aba Shanti-i LIVE @ Officina99

Il ricavato della serata servirà alla costituzione di un fondo per le spese legali nei processi contro gli attivisti/e dei movimenti impegnati a difesa di un’istruzione pubblica e gratutita, contro il razzismo e il fascismo, la precarietà e la devastazione ambientale

Cau-Officina99-LoSka-Coor2pol

Contro la criminalizzazione dei Movimenti uniamo le lotte, estendiamo la solidarietà
SABATO 22 DICEMBRE DUEMILAUNDICI
…ABA SHANTI-I IN SESSION
THE EARTH ROCKER SOUNDS OF JAH LIGHTNING AND THUNDER
ls Bruciatown fa-mass & Sunweed sound system
C.S.O.A. Officina 99

(via gianturco)

info e aggiornamenti anche su officina99.org

Solidarietà ai compagni di Architettura Preoccupata

In questa nuova fase di lotta, quando gli animi e le speranze degli studenti sono proiettati verso la prospettiva di una nuova società, soprattutto attraverso l’impegno in quei luoghi, come l’università, fucina di energie propulsive, la vigliacca risposta repressiva delle istituzioni e dei propri manutengoli cerca di spegnerne lo spirito rivoluzionario.

Il 12 gennaio 2011 l’aula occupata di Architettura, a Forno Vecchio, è stata sottratta agli studenti, per la reazione fascista del preside. Il giorno dopo, nel corso di una partecipata assemblea pubblica, gli studenti hanno deciso di rioccupare l’aula, ma la vigliacca risposta delle istituzioni non si è fatta attendere: l’aula è stata risgomberata ed è stata assunta una guardia giurata a piantonarne per 12 ore al giorno l’accesso. Si trattava di uno spazio liberato, dove finalmente le esperienze di autogestione e autorganizzazione stavano cercando di porre rimedio alla storica sperequazione e selezione di classe imperante nell’università italiana, dal momento che questi meccanismi, alla luce della nuova “Riforma Gelmini”, si apprestano a diventare prassi e non eccezione. I compagni di architettura avevano organizzato uno spazio in risposta ai bisogni degli studenti, organizzando laboratori plastici, sala multimediale, sala proiezioni, aree studio, aree svago e ristoro, biblioteche ed emeroteche, cercando di ridurre in questo modo disagi e contraddizioni che quotidianamente gli studenti  incontrano nel loro viatico di emancipazione e di presa di consapevolezza della propria coscienza di classe.

Oggi più che mai si cerca di indebolire chi lotta per un futuro migliore, prima come studente e poi un giorno come lavoratore. Ma non riusciranno a fiaccare la nostra volontà! La lotta non si ferma! Agli sgomberi reagiremo con forza e determinazione!

Coor2pol

La Polizia municipale provoca (e carica) durante la mostra fotografica degli studenti

Ieri 8 gennaio 2011 alcuni studenti medi presentavano una mostra fotografica sulla recente mobilitazione studentesca a piazza San Domenico. Non si aspettavano quello che sarebbe successo di lì a poco.
Un gruppetto di sceriffetti di cartone, di bulletti del quartiere, ha ben deciso di intimare agli studenti di deporre quelle armi di distruzione di massa (le fotografie!!!) e di consegnarle, di sciogliere in questo modo la pericolosa mostra. Alla rischiesta di spiegazioni hanno pensato di aggredire e trascinare con la forza uno degli studenti in un bar, umiliarlo, e nel frattempo hanno avuto il tempo di tirar fuori una pistola e minacciare di uccidere!!! E indoviniamo un po’ chi erano questi guappi di cartone????  Udite udite costoro erano I VIGILI URBANI. Quelli che mettono le multe e dirigono il traffico, sì, proprio loro!!!!
Alcuni compagni sono accorsi in solidarietà con gli studenti aggrediti (in gran parte minorenni) e hanno difeso con loro la mostra fotografica, che comunque è stata allestita. A quel punto questi ragazzotti fanatici dell’ordine hanno pensato bene di caricare studenti e compagni accorsi. Indossati i loro caschi da motociclisti hanno ingaggiato una colluttazione a pugni e calci colpendo alla cieca compagni e compagne, più giovani e meno giovani, davanti agli occhi smarriti della gente accorsa. Non li abbiamo lasciati passare e abbiamo difeso a lungo l’iniziativa dei nostri compagni, mentre uno di questi loschi figuri un po’ più esaltato diceva che le nostre vite valevano meno di un proiettile della sua pistola, minacciando ancora.

Successivamente un corteo spontaneo ha percorso le vie del centro, urlato la rabbia ai passanti che hanno solidarizzato applaudendo e comprendendo le nostre motivazioni e giungendo fino al comando della Polizia Municipale di Piazza Dante, al cui portone sono state affisse le foto pericolosissime, corpo del reato…

Lo ribadiamo una volta e per tutte, la repressione non ci ferma, ci rafforza, e aumenta la nostra rabbia!

Coordinamento II Policlinico

Cariche al Museo Nazionale, la repressione colpisce ancora.

Proprio mentre il ddl Gelmini veniva approvato in senato. La nostra mobilitazione non si è fermata. I tagli approvati da questo governo non avevano toccato solo scuola e università, ma l’intero fondo sociale nazionale. Siamo andati al Museo Nazionale a portare la nostra solidarietà agli opertori sociali che da stamane erano in mobilitazione. Ma l’unità delle lotte proprio non piace a chi ci governa. Come successe al San Carlo qualche settimana fa, dopo un’assemblea con i lavoratori, che di buon grado avevano accettato la nostra solidarietà, stavamo chiedendo di fare una visita guidata gratuita per tutti all’interno del museo, ma i carabinieri manganello alla mano hanno cominciato a picchiare duro, contro studenti e lavoratori, ferendo anche alcuni studenti. Una carica violenta a dimostrazione del clima repressivo che si sta respirando negli ultimi mesi contro chi sta lottando autorganizzandosi dal basso.

La vostra repressione non ci farà paura, la nostra lotta sarà sempre più dura.

“La carica dei centomila sfiducia il governo! Ed è solo l’inizio!!”

Non poteva prevederlo nessuno che crescesse così tanto! Una manifestazione nata in maniera spontanea e autorganizzata, quasi un tam tam dal basso, l’appuntamento di una generazione a cui stanno rubando il futuro. E a Roma gli studenti eravamo tantissimi, centomila e forse di più, un mare attraversato anche da mille altre resistenze, i comitati ambientalisti campani, quelli dei terremotati de l’aquila, i no tav, i migranti… a sfiduciare dal basso questo governo, al di là dei giochini e dei mercati del palazzo.  Solo da Napoli oltre mille gli studenti medi e universitari che si sono dati appuntamento all’alba per andare a Roma e dimostrare ancora e sempre che o si blocca la riforma o si bloccano le città!
Nasce così il fiume autoconvocato di persone che attraversa Roma e assedia la “zona rossa” del potere, l’ennesima dimostrazione autoritaria di un palazzo che si sente delegittimato e nega lo spazio al dissenso e alla contestazione. Con un provvedimento senza precedenti che tradisce le paure dei potenti: la blindatura completa di tutto il centro storico della capitale!
Ma oggi il movimento non era disposto a farsi ingabbiare e la rabbia è esplosa: una, due, dieci volte! La rabbia di migliaia di studenti.
Ora si sprecano le “condanne” e gli “stereotipi”, il riflesso di autoconservazione dei sepolcri imbiancati, le narrazioni automatiche di una politica che non sa offrire risposte. Il tentativo di ridurre tutto a un album di famiglia, alla cartografia conosciuta e rassicurante. La realtà ci dice che in piazza c’erano tanti giovanissimi, di 18, 20, 22 anni, una generazione nuova che tra l’eutanasia e la rivolta ha scelto la seconda. Una generazione precaria per la quale l’unica opzione di una politica sempre più autistica è la repressione:  su via del Corso e in piazza del Popolo si sono succedute le cariche coi blindati, i feriti, il pestaggio vigliacco dei fermati, gli arresti! Eppure la gran parte degli studenti ha resistito in piazza fino alla fine. 
E’ il vento che dal basso sta scuotendo tutta l’Europa contro i governi della crisi, da Atene a Parigi a Londra. A Roma… Cosa altro ci si aspettava!?
In verità sappiamo che tantissima gente oggi ha solidarizzato con noi: le tante migliaia di studenti e precari in lotta rappresentano la possibilità di riconquistare il diritto alla scuola e all’Università pubblica in questo paese. E ancor più il diritto al futuro. La mobilitazione continua, a partire dalla solidarietà con gli arrestati e i fermati! Un altro mondo è possibile, ma è necessario andarselo a prendere!

Movimento studentesco napoletano