La biblioteca es nuestra!

Qualche riflessione del Coordinamento II Policlinico sulla rivendicazione della biblioteca

L’assemblea che si è tenuta con tutti/e gli studenti/esse del II Policlinico, che da lì si sono mossi in corteo fino alla Presidenza, è un’esemplare dimostrazione di come la politica fatta dal basso e attraverso l’unione di tutto il corpo studentesco possa dare importanti risultati.

La biblioteca del Policlinico è chiusa dall’inizio dell’anno accademico per mancanza di personale, in entrambe le sue sedi.

Fino a ieri, nonostante più volte si fosse chiesto, attraverso le vie istituzionali (ovvero tramite i rappresentanti degli studenti) a preside, presidente di polo e allo stesso rettore di intervenire, nulla si era mosso, con il consueto scarica-barile, magari addolcito da una lacrimuccia sui tagli governativi (non si capisce – o meglio si capisce benissimo –  perché poi questi stessi che non si stancano di professarsi contro lo smantellamento dell’istruzione pubblica poi non si facciano mai sentire nelle sedi dove avrebbero gran voce in capitolo…).

Qualcosa però si è mosso, e nella mattinata di ieri un centinaio di studenti, al termine di un’assemblea, ha occupato gli spazi della presidenza, determinati a non lasciarli fino a che il preside non avesse fornito delle risposte che non fossero il solito “vedremo”. L’atteggiamento del preside è stato dal principio di totale indifferenza e arroganza: non ha acconsentito a ricevere nessuno finché i cori di protesta  non gli hanno impedito di proseguire la propria riunione, ed il suo atteggiamento una volta ricevuta la delegazione si è mostrato sprezzante e per nulla disposto a prendere in seria considerazione i problemi degli studenti, insistendo che non fossero argomenti di sua competenza, fin quando la massa di studenti all’esterno della presidenza non l’ha incalzato ad uscire per confrontarsi direttamente con loro. A quel punto, il suo atteggiamento è mutato radicalmente ed ha provveduto a chiamare la direttrice amministrativa per l’assegnazione di un dipendente alla nostra biblioteca.

Ha inoltre promesso, dinanzi a tutti gli studenti, che la biblioteca riaprirà entrò e non oltre il 15 di novembre, senza peraltro risparmiarsi, anche stavolta, il consueto modo di fare strafottente e “cammoristico”, con minacce di ritorsioni e bocciature che sinceramente facevano ridere lui solo. Vigileremo affinché queste promesse non cadano nel vuoto.

La rivendicazione della biblioteca non è che il primo passo!

Lo distruzione del diritto allo studio, l’aumento delle tasse, la riduzione di tutti i servizi universitari (mense, biblioteche ,CUS , alloggi  e borse di studio) sono il frutto di un processo lento e progressivo, dettato dall’ Unione Europea,  che con le varie “riforme”, iniziate decenni fa, ha aggravato e aggraverà ancora le già precarie condizioni di vita degli studenti e delle famiglie italiane.

I tagli che ,dal 2008 al 2013, stanno interessando l’università si aggirano intorno al a cifre esorbitanti: -47.5 milioni (-51.80%) al fondo ordinario di finanziamento ,-74,61 milioni (-49.09%) alle risorse per il Diritto allo studio, -5.83 milioni (-52.03%) al CUS.

Grazie alla legge 133 del 2008, che da quest’anno è in vigore a pieno regime, ci ritroviamo anche la scomparsa delle facoltà, l’accorpamento dei poli, la riduzione del numero di corsi di laurea (chiaramente stanno scomparendo quelli che dal punto di vista produttivo non sono spendibili sul mercato) e l’ingresso dei privati nei Cda dell’università.

La privatizzazione di un bene collettivo  come l’istruzione avrà, già nel breve periodo, gravissime conseguenze: cdl con esami iperspecialistici (per cui lo studente potrà solo ed esclusivamente entrare a lavorare in quella azienda che ha sovvenzionato l’università e non in altre per la frammentaria conoscenza), aumento della facoltà a numero chiuso (le quali negano completamente la possibilità agli studenti di potersi iscrivere all’università qualora non entrassero nella facoltà d’interesse oppure, ancor peggio, per l’impossibilità di pagare gli esorbitanti bollettini di iscrizione ai test a numero chiuso), la ricerca non sarà più libera (ovvero la ricerca non sarà più scevra dalle regole del mercato per cui verrà indirizzata solo ed esclusivamente verso prodotti commerciabili), aumento di stage e tirocini pre- e post-laurea (che non sono formativi ma  riducono  lo studente a mera manodopera a costo zero per le aziende/laboratori dove si viene assegnati).

Tutto questo è il futuro che ci aspetta!

Questa situazione  può essere frenata solo con la lotta in difesa  dell’università, se cioè tutti noi decideremo, come abbiamo fatto per la biblioteca, di non lasciare che i nostri diritti ci vengano sottratti. Facciamo sentire la nostra voce, senza soggezione,  a chi tenta di rendere il nostro percorso, di studi prima e di inserimento nel mondo del lavoro poi, una corsa ad ostacoli in cui chi non dispone di ingenti risorse economiche è costretto ad affrontare sacrifici sempre maggiori per sperare di arrivare al traguardo.

E’ stato bello vedere l’aula grande piena di studenti, per una volta non  affaccendati a prendere spasmodicamente appunti  per poi correre a studiare, ma per guardarsi negli occhi e confrontarsi sui nostri problemi da pari a pari. Sarebbe ancor più bello se momenti come questo non restassero il ricordo di un unico giorno, ma si ripetessero e diventassero parte del nostro vivere l’università, come persone e non soltanto come numeri di matricola.

Solo attraverso la partecipazione attiva possiamo cominciare a cambiare la nostra università, rendendola più giusta e migliore, già da adesso.

Fare l’università non deve essere un’impresa!


Leggi il comunicato comune biblioteca scritto dagli Studenti del Policlinico

Scarica il nostro documento sui tagli all’università