verso il corteo del 25 aprile

Il 25 aprile 1945 i partigiani liberano Milano e Torino dai nazifascisti ponendo definitivamente fine ai vent’anni di dittatura del governo fascista.

Anche la popolazione civile insorge in varie parti dell’Italia centro-settentrionale, mentre il sud aveva già cacciato l’occupante mesi prima. 

Cos’è stato il fascismo?Il fascismo è stato un movimento politico di carattere totalitario basato su una dottrina fortemente nazionalista e xenofoba. E’ sorto in Italia nei primi anni venti in seguito alle lotte operaie e contadine di inizio secolo (“Biennio rosso”),  restituendo il controllo della situazione politica alla classe dominante italiana.

Dietro l’esercito in “camicia nera” si nascondevano infatti gli interessi dei grandi capitali; non a caso si registrano solo nel primo semestre del 1920 la distruzione di 6 Case del Popolo, 9 cooperative, 5 leghe contadine, 5 sezioni di circoli socialisti e comunisti e 2 circoli operai, ad opera delle squadracce fasciste, a testimonianza del carattere reazionario e borghese loro intrinseco. 

Esiste ancora il fascismo? Seppur sconfitto, il fascismo non è mai scomparso dalla scena politica: giudici, questori, la piccola-borghesia fedele al Duce è rimasta intoccata negli apparati istituzionali, e i gerarchi recuperati nei servizi segreti della nuova Italia repubblicana; negli anni 70 si è tradotto nel terrorismo nero, un disegno criminoso scaturito come reazione alla nuova avanzata nel dopoguerra delle sinistre, alle lotte operaie e studentesche del ’68 e ’69. Anche dietro a questa nuova ondata di violenza squadrista, che ha raggiunto il suo apice nella “strategia della tensione”, si cela una trama eversiva dettata dagli interessi economici e politici della classe dominante di quegli anni. Ciò è testimoniato dal ritrovamento di documenti che svelano nomi, cognomi di politici e industriali finanziatori di gruppi neofascisti.

Anche oggi esistono gruppi politici se non veri e propri partiti che si riconoscono nell’ideologia e nelle pratiche fasciste, e riscuotono consensi non soltanto nei nostalgici ma anche tra la popolazione comune, talvolta anche tra i settori più deboli della popolazione che intravedono nel fascismo una più concreta possibilità di riscatto (esattamente come accadde durante il ventennio). Lo scopo che questi gruppi perseguono  è ancora una volta quello scelto per loro dalla classe dominante, ovvero la preservazione  dello “status quo” attraverso il mantenimento sia delle differenze tra le classi sociali che della iniqua distribuzione delle ricchezze.  

Cosa rappresenta la Resistenza oggi? La Resistenza, ora come allora, è lotta contro gli sfruttatori, che si servono del violento autoritarismo dello stato fascista per immiserire ancora di più le classi popolari e consolidare l’egemonia della borghesia. Per questo, ricordare la Resistenza significa ricordare, anzitutto, la lotta del proletario contro il padrone, dello sfruttato contro lo sfruttatore. 

Cosa vuol dire essere antifascista oggi?Essere antifascisti significa rispecchiarsi, oggi come ieri, nei valori della Resistenza: combattere il degradamento e la schiavizzazione degli esseri umani che avviene nelle nostre fabbriche, nei cantieri, nei campi e nelle strade in nome dell’accumulazione di profitti;  sfatare  i miti di razza che tornano alla ribalta al solo scopo d’instillare odio e intolleranza verso il diverso e il vicino, attizzando una guerra tra poveri per distogliere l’attenzione dalle differenze, quelle sì reali e sempre più evidenti, tra chi possiede ville e yacht e chi stenta a sfamarsi; essere partigiani vuol dire rifiutare la mercificazione dei corpi e la segregazione delle donne nei ruoli imposti dalla famiglia tradizionale, la violenza fisica e quella più subdola ed “istituzionalizzata”, ma altrettanto dolorosa, di non poter decidere della propria gravidanza e sessualità.Non più in montagna contro la feroce rappresaglia dell’occupante tedesco, spalleggiato dagli infami repubblichini di Salò, l’antifascismo è vivo nelle piazze e nelle università, da Rosarno fino a Vicenza,  per ricordare ai solerti spazzini della memoria gli orrori del regime e bruciare sul nascere ogni tentativo di restaurazione.

Ovunque ci siano sopraffazione, ingiustizia e indifferenza troveranno Resistenza!