Appello della “Rete Napoletana Antifascista” verso il corteo del 12/12

L’evidente impossibilità di uscire rapidamente
dalla crisi economica e la non volontà  di dare risposte alle esigenze
sociali sempre più diffuse e stringenti, porta i padroni a rendere
sfacciato il volto brutale e repressivo dello Stato.

Si assiste ad un proliferare di teorie repressive (tolleranza zero,
"broken windows") che i vari Stati e Governi di turno si preoccupano di
codificare. In una fase di crisi come quella attuale l’esigenza di
costruire paradigmi ossessivi di controllo diviene sempre più
improrogabile.
In quest’ottica inquadriamo l’approvazione di leggi schiettamente
reazionarie, nel tentativo di realizzare una ridefinizione dei rapporti
sociali. Il pacchetto sicurezza, unitamente ad una vera e propria
strategia della paura, costituisce uno dei principali capisaldi del
disegno strategico repressivo.

Sarebbe impossibile riuscire a elencare tutti gli avvenimenti degli
ultimi tempi. Possiamo cercare però di individuare delle tendenze di
carattere generale che partono dal continuo ricatto e il controllo sui
posti di lavoro e arrivano fino al proliferare di accuse per reati
associativi.

L’attacco sferrato dallo Stato nel tentativo di
restringere gli spazi di agibilità  è sempre più evidente. Ne è prova
anche la sempre più diffusa linea repressiva di sgombero dei posti
occupati che sembra prendere piede in numerose città  italiane (in
primis Catania, Roma e Torino). Se a questo si aggiunge l’ondata
repressiva abbattutasi sugli antifascisti toscani e veronesi, sugli
studenti milanesi, sui compagni romani, catanesi, parmensi o le
pesantissime condanne ai manifestanti per il G8 di Genova (ovviamente
solo per citare i casi più noti), si percepisce nitidamente la
necessità  di una riflessione in grado di uscire dagli ambiti locali.

 

Ultimo terminale di questa strategia repressiva è il foraggiamento
(politico ed economico) di gruppi e gruppuscoli di neofascisti, gettati
nelle nostre strade, nei quartieri, nelle facoltà e nelle fabbriche –
come accaduto recentemente  agli operai dell’Eutelia, attaccati dai
fascisti durante l’occupazione della loro fabbrica- con il compito di
sempre: ostacolare lo sviluppo di prospettive antisistemiche. Oggi come
ieri, al tempo delle “stragi di stato”, i fascisti cercano di saldare
lo squadrismo di sempre con l’attività di servizio ai nuovi paradigmi
delle politiche securitarie: i soggetti deboli sono altrettante figure
su cui proiettare la rabbia sociale in tempo di crisi per distoglierla
dai veri responsabili della crisi stessa. La dose di populismo
ribellistico camuffa a malapena la strategia reazionaria in difesa dei
poteri forti e dei grandi interessi economici. Un’attività che spesso
si traduce in violenza diretta contro gli ultimi e contro i movimenti
sociali!

La reattività  dimostrata dai compagni in tutta Italia sulla questione
dimostra come, sempre più, il problema dei fascisti si pone con
urgenza. Crediamo perciò necessario provare a costruire un dibattito
che dia la possibilità  di rilanciare, nelle varie città, la data del
12 dicembre. C’è la necessità di dare un segnale forte di unità in
difesa delle nostre lotte e contro il fascismo, il razzismo, il
sessismo e l’omofobia.
Pensiamo che questa data possa essere utile anche per dare respiro a
riflessioni più ampie che partendo dalle stragi e da Pinelli, arrivino
fino a Stefano Cucchi e ai fatti del San Paolo di Milano. Una
riflessione, in breve, sulla repressione, sull’antifascismo e sulla
capacità  dello Stato di assolvere se stesso.

Lanciamo un appello a tutte le realtà  politiche affinché si riescano
ad individuare delle parole d’ordine condivise, semplici, immediate, ma
in grado di unire e di dare una risposta non più frammentaria
all’attacco contro i movimenti. E a costruire un percorso comune verso
il 12 dicembre.

RETE NAPOLETANA CONTRO IL FASCISMO IL RAZZISMO IL SESSISMO

– Contro l’impunità  dello Stato e dei suoi agenti. Da Pinelli a Carlo,
arrivando a Federico Aldovrandi e Stefano Cucchi: gli omicidi di Stato
non fermeranno le nostre lotte e alimentano solo la nostra rabbia!

– La strategia repressiva a livello europeo colpisce ogni aspetto delle
vite e delle lotte. L’attacco investe immigrati, lavoratori, studenti,
precari e disoccupati utilizzando sia gli strumenti offerti dal
pacchetto sicurezza, sia attraverso campagne tese alla
criminalizzazione e all’isolamento di chi ogni giorno lotta. Contro la
repressione l’unica risposta reale è l’unità!

– Le riforme dell’istruzione e del mercato del lavoro, le leggi
anti-immigrazione e la distruzione dello stato sociale sono il piano
generale su cui si muove l’attacco. E’ necessario rispondere uniti
contro chi sfrutta ed opprime.

– Fermiamo l’ondata repressiva e securitaria. Blocchiamo l’insediamento
dei neofascisti nelle nostre città. Lo Stato li assolve, i padroni li
sostengono. Oggi più che mai l’antifascismo non può essere delegato!

– Gli spazi occupati, gli spazi restituiti alla popolazione nelle città , nei quartieri, nelle università  sono il primo obiettivo: sgomberi,
intimidazioni e minacce sono all’ordine del giorno. Ma gli spazi
occupati non si toccano: la resistenza continua!