In questa nuova fase di lotta, quando gli animi e le speranze degli studenti sono proiettati verso la prospettiva di una nuova società, soprattutto attraverso l’impegno in quei luoghi, come l’università, fucina di energie propulsive, la vigliacca risposta repressiva delle istituzioni e dei propri manutengoli cerca di spegnerne lo spirito rivoluzionario.
Il 12 gennaio 2011 l’aula occupata di Architettura, a Forno Vecchio, è stata sottratta agli studenti, per la reazione fascista del preside. Il giorno dopo, nel corso di una partecipata assemblea pubblica, gli studenti hanno deciso di rioccupare l’aula, ma la vigliacca risposta delle istituzioni non si è fatta attendere: l’aula è stata risgomberata ed è stata assunta una guardia giurata a piantonarne per 12 ore al giorno l’accesso. Si trattava di uno spazio liberato, dove finalmente le esperienze di autogestione e autorganizzazione stavano cercando di porre rimedio alla storica sperequazione e selezione di classe imperante nell’università italiana, dal momento che questi meccanismi, alla luce della nuova “Riforma Gelmini”, si apprestano a diventare prassi e non eccezione. I compagni di architettura avevano organizzato uno spazio in risposta ai bisogni degli studenti, organizzando laboratori plastici, sala multimediale, sala proiezioni, aree studio, aree svago e ristoro, biblioteche ed emeroteche, cercando di ridurre in questo modo disagi e contraddizioni che quotidianamente gli studenti incontrano nel loro viatico di emancipazione e di presa di consapevolezza della propria coscienza di classe.
Oggi più che mai si cerca di indebolire chi lotta per un futuro migliore, prima come studente e poi un giorno come lavoratore. Ma non riusciranno a fiaccare la nostra volontà! La lotta non si ferma! Agli sgomberi reagiremo con forza e determinazione!
Coor2pol