VENERDI 4 GIUGNO H. 17.00 PIAZZA DEL GESU’CORTEO A NAPOLI
FREE GAZA, FREE FREEDOM FLOTILLA!
La notte fra il 30 ed il 31 maggio, commandos israeliani hanno assaltato la flotta in acque internazionali, a circa 75 miglia dalla costa di Israele, in totale violazione del diritto internazionale.
Sulle sei navi centinaia e centinaia di attivisti facenti capo a : Free Gaza Movement (Fg), European Campaign to End the Siege of Gaza (Ecesg), Insani Yardim Vakfi (Ihh), Perdana Global Peace Organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International Committee to Lift the Siege on Gaza. La loro colpa: tentare di recare aiuti umanitari di vario genere alla popolazione palestinese della striscia di Gaza, soffocata da anni dall’isolamento e dalla miseria imposti da Israele.
Fin da ieri sono state ufficializzate la morte di 19 persone e la presenza di numerosi feriti, passeggeri della nave turca “Mavi Marmara”. Si tratta di civili cui è stato sparato addosso, nel totale senso di impunità di cui l’esercito di Israele gode ormai da tempo.
A nulla sono valsi i richiami dell’ONU alla liberazione dei 480 attivisti fatti prigionieri dopo l’abbordaggio e l’invito a far giungere a destinazione le navi. Alcuni di loro hanno già rifiutato il rimpatrio, a sottolineare quanto illegittimi siano stati i provvedimenti adottati nei loro confronti.
I portavoce del governo Nethanyau, dopo aver confermato l’aggressione, affermano che non permetteranno ”a nessuna nave di raggiungere Gaza e rifornire quella che è diventata una base di terroristi che minaccia il cuore di Israele", a conferma di tutte quelle operazioni di scoraggiamento di questo come di ogni altro tentativo di rompere la crisi umanitaria nella Striscia, operazioni che fin da prima della partenza delle navi hanno visto coinvolte le autorità diplomatiche dei Paesi interessati.
Ieri in varie città di Italia ed anche a Napoli, è stato manifestato con fermezza il dissenso verso l’attacco, e’ stata denunciata l’impunità totale di cui gode Israele di fronte alla comunità internazionale e all’ONU, che si limita a “condannare” e ad “aprire inchieste su fatti” dando ulteriore sfoggio del proprio scarso peso politico rispetto alla questione palestinese e della propria sudditanza agli USA, eterni alleati di Israele.
Anche questa mattina continua la mobilitazione, con l’occupazione di un palazzo dell’Università l’Orientale di Napoli, che oppone il blocco delle attività universitarie all’indifferenza nei confronti di questi crimini di Stato.
Ci chiediamo che posizione assumano oggi tutti quei docenti e ricercatori che anche nel nostro Policlinico concorrono a rafforzare Israele attraverso le loro attività di ricerca.
Ci chiediamo se sia arrivata finalmente l’ora di dar conto delle convenzioni che la Federico II e il CNR hanno stabilito con Israele, favorendo lo sviluppo di nuove conoscenze e tecnologie al servizio di uno Stato criminale e guerrafondaio.
Ci chiediamo se sia finalmente arrivato il momento di chiedersi come questi accordi concorrano a far prosperare l’esercito di Israele o indirettamente a stabilizzare un’economia che sulla guerra basa tutta la sua prosperità.
Ci chiediamo se sia arrivato il momento di parlare seriamente di Israele nelle nostre facoltà, di condannare un genocidio e boicottare la politica di uno Stato criminale anche attraverso l’interruzione di queste collaborazioni.
Ci chiediamo cos’ha da dire, davanti alla violenza inaudita delle ultime ore, chi finora si è nascosto dietro le solite mistificazioni, invocando un’equidistanza che non può esistere se da una parte ci sono militari, armati di tutto punto, e dall’altra volontari e civili inermi, confondendo in maniera strumentale la critica ad Israele con l’antisemitismo.