Questa una delle tante parole d’ordine lanciate all’ iniziativa organizzata dalla della Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro il 22 marzo 2013.
La giornata è iniziata alla direzione dell’ Ilva dove, tra cancelli chiusi e schieramento delle forze dell’ordine, le delegazioni della Rete hanno urlato le loro ragioni a finestre e porte sbarrate. L’iniziativa si è poi spostata alle portinerie A e D dove c’è stato il contatto diretto con gli operai che uscivano dalla fabbrica. Il volantinaggio e la condivisione delle esperienze da parte dei compagni siciliani, di Marghera, Milano, Ravenna e dei collettivi napoletani Coor2Pol, Collettivo Sun, CAU e CCW hanno radunato un discreto gruppo di operai, cosa che ha permesso scambiarsi impressioni, esperienze e di tastare il polso a chi quotidianamente vive dentro la fabbrica.
Lasciata l’ Ilva abbiamo raggiunto il cimitero San Brunone dove una piccola delegazione si è recata alla lapide dedicata a Ciro, Claudio, Francesco e a tutti i morti sul lavoro e per l’inquinamento. Qui si sono uniti all’ iniziativa i lavoratori del cimitero, che sono costretti a rischiare la propria salute smuovendo ogni giorno le polveri tossiche depositate sul terreno più inquinato di tutta la città di Taranto, perché situato proprio a ridosso del perimetro dell’ Ilva.
Abbiamo concluso la giornata in una sala nei pressi del cimitero, al rione Tamburi, dove si è svolta l’assemblea cittadina. Ha aperto gli interventi l’avvocato Bonetto, rappresentante di parte civile nei processi contro Thyssenkrupp ed Eternit. Da lui è arrivata la sollecitazione a non spegnere i riflettori sulla vicenda dell’Ilva durante il processo che si sta preparando; sono seguiti gli interventi delle realtà presenti: dai compagni della Rete, a Legambiente, passando per Slai Cobas, Sinistra Critica, USB, collettivo CCW, Coor2Pol e Collettivo Sun , operai dell’ Ilva e cittadini di Taranto. L’assemblea si è chiusa con l’intervento del presidente dell’associazione 12 giugno di Taranto per i morti sul lavoro, ma soprattutto con l’approvazione di una mozione che afferma con forza l’assoluta inscindibilità delle lotte per la difesa del posto di lavoro da quelle per il diritto a vivere e lavorare in un ambiente sano, il sostegno a tutte le lotte che hanno luogo sul territorio nazionale e la necessità di metterle in rete.
L’assemblea ha infatti avuto il giusto merito di evidenziare il filo rosso che lega la Thyssenkrupp a Marghera, a Bagnoli, a Taranto e ad ogni luogo di lavoro in cui gli operai vengono stretti dalla morsa di un ricatto infame che li costringe a scegliere tra lavoro e salute; e ancor di più da tutte quei provvedimenti legislativi che continuano a mettere al primo posto i profitti dei padroni piuttosto che la vita del proletariato. In questo senso l’ Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d’Europa, è la chiave di volta: la messa in sicurezza, la bonifica a spese dei padroni e la salvaguardia della salute sia dei lavoratori che degli abitanti, costituiscono una delle sfide più grandi che ci troviamo di fronte; non si può permettere che a giocare questa partita siano gli operai dell’ Ilva e i tarantini da soli. Perché al destino dell’ Ilva è legato il destino industriale e ambientale di tutto il Paese.
Lavoro o Salute? Noi non vogliamo scegliere!!!
Coor2pol Clash City Workers
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