Solo la lotta ci rappresenta! [Il miglior consiglio è l’esempio.]

Due anni fa abbiamo vissuto una delle
più grandi mobilitazioni studentesche degli ultimi anni. In quei
mesi di cortei, assemblee, occupazioni e iniziative di tutti i tipi
abbiamo sviluppato analisi e pratiche che non solo combattevano le
riforme, ma che proponevano un nuovo modello di università. Un esempio lampante è l’occupazione di
spazi e aule all’interno delle facoltà utilizzati per sviluppare da
una parte momenti dialettici e di confronto su tutto ciò che ci
circonda, dall’altra momenti di conflitto e rottura con la routine
universitaria del segui-studia-fai l’esame. La pratica del confronto
e della discussione è il modello che seguiamo. La lotta è lo
strumento che abbiamo scelto. Da sempre rifiutiamo la collusione con
partiti, sindacati e istituzioni accademiche in quanto rigettiamo
totalmente il meccanismo della delega. Le rappresentanze hanno
dimostrato di essere estranee ai problemi più importanti
dell’università, interessandosi finora di appelli d’esame, date
e calendari delle studentesse, trascurando quello che dovrebbe essere
la priorità di chi dice di fare gli interessi degli studenti, e cioè
permettere e fornire gli strumenti per diventare menti critiche. Adesso vogliono appropriarsi anche dei
nostri spazi. In questi giorni, infatti, li abbiamo visti aggirarsi
muniti di macchine fotografiche, pronti ad elencare quelli che loro
definiscono “spazi inutilizzati”.

Ma basta camminare per l’università
per rendersi conto quali sono veramente gli spazi inutilizzati e
inaccessibili per gli studenti: aulette sempre chiuse a chiave, spazi
abbandonati e adibiti a depositi, bagni destinati all’uso privato dei
professori.

Ci dicono che gli unici spazi
inutilizzati sono quelli occupati, ma i fatti dimostrano il
contrario!

Quello
che ci siamo presi è solo una parte di quello che ci avete rubato,
quello che ci riprenderemo è solo una piccola parte di quello che ci
spetta!

SPAZI
OCCUPATI DELLA FEDERICO II