Solidarietà a Giulio Palermo

Esprimiamo solidarietà massima al compagno Giulio Palermo, ricercatore dell’Università di Brescia il cui rettore ha chiesto la sua sospensione per le sue posizioni politiche. Già l’anno scorso ebbe pressioni per aver portato gli studenti sotto la gru dove degli immigrati salirono per protestare contro questo governo della disuguaglianza, per aver denunciato più volte pubblicamente il sistema di “reclutamento” dei docenti universitari e aver lottato contro l’oppressione.

 Giulio ha il torto di essere un economista marxista e proprio a settembre è venuto a Napoli per spiegare agli studenti cosa sono le varie manovre varate e quali saranno le loro conseguenze.

 Lega Nord e poteri baronali cercano di zittirlo, noi invece chiediamo più docenti e ricercatori come lui che favoriscono realmente il dibattito nelle aule universitarie e non docenti che “formano” studenti disciplinati che obbediscono acriticamente al sistema in cui siamo costretti a vivere.

Chiediamo a tutti di far girare l’info e sostenere la sua lotta!

 Dalla sua pagina facebook: “L’altro ieri sono stato processato dal Collegio di disciplina del Consiglio universitario nazionale per non essermi lasciato schiaffeggiare da una professoressa ordinaria della mia università. L’ateneo, intervenuto al processo che si è tenuto a Roma, al Ministero, ha chiesto la mia sospensione dal servizio (e dallo stipendio) per un anno. La decisione del Collegio baronale, ovviamente, non mi è stata comunicata. Sarà trasmessa prima alla mia università, da dove è partita l’accusa, e solo successivamente quest’ultima me ne darà comunicazione (forse in modo solo implicito, smettendo di accreditarmi lo stipendio). Non che io abbia mai avuto rapporti conviviali con l’ateno per il quale lavoro da 11 anni, ma una piccola accelerazione mi sembra ci sia stata nell’ultimo anno: un’interrogazione parlamentare per “le mie attività sovversive” (parole di Grimoldi – Lega nord), un mio libro sull’università baronale bloccato a 10 giorni dall’uscita (editore Carocci), l’esclusione da tutti gli insegnamenti da parte del Consiglio di facoltà e ora la richiesta di sospensione dal servizio. Cari leghisti e baroni universitari: se vi incazzate tanto, avrete pure i vostri buoni motivi. Farò il possibile per non deludervi. A pugno chiuso”

 

Collettivo Autorganizzato Universitario – Collettivo BreakOut Architettura – Coordinamento II Policlinico

I diritti non si “meritano”… si conquistano! – iniziativa nazionale per il diritto allo studio

Oggi, studenti e studentesse delle facoltà di Napoli, abbiamo fatto “visita” agli uffici dell’A.DI.SU (Azienda per il diritto allo studio universitario) Napoli 1 e 2 (rispettivamente della Federico II e dell’Orientale, Conservatorio e Accademia), nella cornice di una giornata di mobilitazione nazionale per il diritto allo studio, per protestare contro la riforma “Gelmini” e il DDL 1905 che smantellano l’università pubblica e riducono drasticamente i già esigui fondi per il diritto allo studio.

Abbiamo preso di mira l’A.DI.SU. – che da “ente” per il diritto allo studio si è trasformata in “azienda”- perché esempio del processo di privatizzazione e aziendalizzazione che sta subendo l’università. Al nostro arrivo presso le due sedi, dopo alcune pressioni, abbiamo ottenuto incontri con i rispettivi direttori, ai quali abbiamo chiesto conto di tutti i nostri diritti, che continuano a ridursi anno dopo anno: borse di studio non assegnate, mense chiuse, sprechi baronali, assenza di alloggi e aumento delle tasse.

Ciò che avevamo previsto non solo ci è stato confermato, ma ci siamo trovati di fronte una situazione ancor più allarmante:
• Il budget dell’Adisu Napoli 1 ogni anno diminuisce di più di 1 milione di euro (per quest’anno è previsto un budget di soli 10 milioni!)
• La Regione (alla quale ogni anno versiamo un “contributo” di 62 €) tarda sistematicamente il trasferimento dei fondi e ne trattiene una parte consistente per ripianare il debito regionale (della serie “la crisi la paghiamo noi… eccome!”)
• Il personale dell’Adisu Napoli 2 sarà dimezzato fino ad arrivare a sole 6 unità!

In poche parole, le Adisu stesse non hanno potuto nascondere la drammaticità della situazione attuale, che peggiorerà ulteriormente nei prossimi anni, fino ad arrivare ad un definitivo smantellamento del diritto allo studio.

La tanto invocata “meritocrazia” che la nuova Riforma spaccia come via di uscita dalla crisi dell’università non solo non è la soluzione, ma anzi rappresenta un ulteriore ostacolo all’accesso ai diritti di noi studenti.

I DIRITTI NON SI MERITANO… SI CONQUISTANO! RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO ALLO STUDIO!

RED-NET_Napoli

il volantino distribuito a Napoli
il documento consegnato ai direttori delle A.DI.SU. napoletane
audio su radiodimassa
articolo su corriere del mezzogiorno
intervista ad uno studente sul corriere del mezzogiorno

Il comunicato della rete nazionale studentesca

L’anno accademico non è ancora ripreso, la scuola è cominciata da pochissimo, ma già la protesta di studenti, precari, ricercatori, attraversa istituti ed atenei. Le tante iniziative, le assemblee, i presidi, i blocchi, sono dettati dall’esasperazione che sente chiunque viva e lavori nel mondo della formazione. Anni di “riforme”, di centrodestra o di centrosinistra, hanno portato l’istruzione e la ricerca in una situazione insostenibile. Strutture fatiscenti, mancate assunzioni, contratti precari, rinforzamento dei meccanismi baronali e delle logiche dirigenziali, spazio lasciato ai privati, aumento delle tasse, saperi quantificati in crediti e in stage non retribuiti: chi lavora non ha diritti e gli viene tolta la passione, chi studia impara l’arte dell’arrangiarsi e dell’essere sfruttato.

Il taglio dei fondi di cui Tremonti e Gelmini sono stati artefici con il recente DDL 1905 e con la manovra di luglio non fanno che aggravare questa situazione. Ancor più che nel 2008 dell’Onda, è giunto il momento per mobilitarsi collettivamente e dire basta, riprenderci i nostri diritti e la dignità che ci viene negata!

Nel solco delle proteste che stanno riscaldando quest’autunno, anche oggi, mercoledì 22 settembre, è stata una giornata di lotta in tutt’Italia. I collettivi studenteschi di RED-NET si sono mobilitati a Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo per protestare contro l’ennesimo attacco al diritto allo studio.

Abbiamo preso di mira le sedi dell’ADISU, non a caso “Azienda” per il diritto allo studio, un’azienda che non tiene affatto in conto le esigenze degli studenti, soprattutto di quelli delle classi più svantaggiate. Con striscioni, volantini e pannelli informativi abbiamo denunciato la mancanza di alloggi, di mense, di servizi per gli studenti, la carenza di biblioteche ed il costo insostenibile delle tasse. Abbiamo denunciato che il taglio dei fondi crea da anni studenti idonei non assegnatari, cioè studenti che hanno tutte le carte in regola per avere la borsa di studio ma non la ricevono perché i soldi son pochi. Abbiamo chiesto conto degli sprechi baronali, abbiamo chiesto che i lavoratori dell’ADISU esprimano la loro vicinanza alla mobilitazione universitaria e denuncino l’impossibilità di lavorare in queste condizioni… Abbiamo infine contestato la strategia di un Governo in crisi, quella di far cassa tagliando ovunque, regalando ai privati ogni settore pubblico, una strategia profondamente classista e discriminatoria.

Per questo saremo di nuovo in piazza il 30 settembre a Padova, per pretendere un reale diritto allo studio e contestare la retorica della “meritocrazia” che in realtà serve solo ai più ricchi per giustificare i loro privilegi.

Noi meritiamo di più delle loro briciole e dei loro manganelli: come studenti autorganizzati pensiamo che dentro a questa crisi che sembra senza uscita dobbiamo unirci tutti, dai precari della scuola ai ricercatori, dagli operai della FIAT a quelli di FINCANTIERI, fino ai disoccupati ed ai precari, smettendo di farci ingannare dai politicanti di turno, iniziando a coordinarci dal basso, affermando la nostra incompatibilità a questo sistema che ci affama ed opprime!

L’autunno ci (a)spetta!

RED-NET rete degli studenti autorganizzati