COMUNICATO SUL CORTEO DEL 6 E SULL’ARRESTO DI UN COMPAGNO

La stagione di lotta, iniziata quest’anno con lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, ha visto scendere nelle piazze di tutta Italia i soggetti e le realtà che da sempre pagano sulla loro pelle le manovre e le scelte finanziarie dei governi in materia di crisi. Ed è proprio contro la crisi e gli effetti prodotti che oggi a Napoli si è scesi in piazza, dove si sono viste le prime prove repressive nei confronti di chi prova ad opporsi alle manovre finanziarie. Infatti sotto la sede della Banca d’Italia è stata attuata un’azione di contestazione per segnalare le responsabilità degli apparati finanziari nella gestione della crisi, la cui risposta è stata un’inaudita carica da parte delle forze dell’ordine. Durante la carica è stato tratto in fermo un compagno che ora si trova al carcere di Poggioreale. Sono solo di qualche giorno le dichiarazioni del questore da cui si evidenzia la futura gestione della protesta in città, ovvero tolleranza zero. E’ evidente il segnale che questura e forze dell’ordine vogliono dare ai movimenti, è chiaro il clima di intimidazione e criminalizzazione che da sempre media e apparati di polizia portano avanti. A questo dobbiamo rispondere esprimendo la massima solidarietà al compagno fermato e uniti e determinati rilanciare un autunno di lotta.

LA VOSTRA REPRESSIONE NON CI FA PAURA!

PRESIDI IN SOLIDARIETà DEL COMPAGNO ARRESTATO:

OGGI mercoledì 7 settembre, ore 19.00 a PIAZZALE CENNI
DOMANI giovedì 8 settembre, ore 9.00 VIA POGGIOREALE (di fronte al carcere)

adesioni in aggiornamento:

Comunisti di Ponticelli – Studenti Federico II – Area Antagonista – Lab. Occ. SKa – Officina99 – Lab. Pol. ISKRA – Unità Comunista – Collettivo LaStrada – Z.E.R.081 – P.CARC – ASP – SLL – La Segreteria Provinciale di Napoli di Comunisti Sinistra Popolare – Radiodimassa – Laboratorio occupato Insurgencia – Coordinamento II Policlinico

Solidarietà con gli operai FinCantieri

Esprimiamo piena solidarietà agli operai della Fincantieri

Ormai da 3 giorni, operaie e operai degli stabilimenti Fincantieri hanno alzato il livello dello scontro.
Questa lotta dimostra quanto il problema del lavoro e di conseguenza della sussistenza sia quantomai attuale.
Noi come compagn@ universitari non possiamo altro che esprimere piena solidarietà e ribadire con forza che solo la lotta paga e solo la lotta generalizzata tra studenti,operai e disoccupati può portare alla vittoria della classe sui padroni che stanno distruggendo, con la scusa della crisi economica e dei mercati esteri, posti di lavoro e di conseguenza famiglie e vite.
Prima hanno iniziato con le fabbrichette del nord-est, poi hanno continuato con le grandi fabbriche FIAT e adesso,dopo aver spremuto lo spremibile, continuano con le fabbriche navali Fincantieri.
Tutto questo non è più accettabile! Come non lo è più la criminalizzazione delle lotte!
Uniti contro i padroni,lotta di classe,rivoluzione!!!!

CoordinamentoIIPoliclinico

In Campania c’è un Lager… Chiudiamolo!!!

Manifestazione antirazzista contro il CIE Andolfato: Contro la cultura e la pratica dell’apartheid!

Sabato 21 maggio ore 11.00 piazza San Pietro (S.M.Capua Vetere)
– da Napoli appuntamento partenza ore 9.00 piazza Garibaldi (Hotel Terminus) – 5 euri A/R
Per info e per confermare presenza: chiudiamolo@gmail.com

Appello:

La militarizzazione con cui il governo ha intesto gestire l’arrivo di profughi e migranti dal nord-africa rispecchia la retorica emergenziale e securitaria del discorso pubblico sul tema dell’immigrazione e il suo continuo incattivirsi in chiave razzista. Ed è il volto interno della guerra che anche per questi motivi si sta conducendo in Libia!

La trasformazione della caserma E. Andolfato di Santa Maria Capua Vetere in un centro di detenzione per immigrati e rifugiati è avvenuta in un regime di puro Stato d’eccezione, di autoproclamata “emergenza”, con la costituzione di un campo chiuso e sorvegliato denominato CAI, acronimo sconosciuto alla pur fantasiosa proliferazione semantica che caratterizza la macchina della deportazione in Italia.
Con un’ordinanza del 21 aprile la caserma è stata infine trasformata in un CIE, un “centro di identificazione ed espulsione”, il primo in Campania! Sono le famigerate galere etniche per migranti istituite nel ’98 dalla legge Turco-Napolitano e per le quali il “pacchetto-sicurezza” ha allungato i tempi di detenzione fino a sei mesi! Una lunga reclusione per persone accusate di nulla, se non di cercare una vita diversa, un lavoro o magari l’asilo politico e la protezione internazionale.
La pratica della libertà di alcune migliaia di persone che hanno attraversato il Mediterraneo in queste settimane ha mandato però in crisi le procedure esistenti, dimostrandone tutto il carattere puramente ideologico. Così, saltato anche il paravento di burocrazie e dispositivi, la violenza e l’arbitrio si sono mostrate nella loro nuda realtà!
Inizialmente il governo è stato costretto a riconoscere la protezione umanitaria, ma inspiegabilmente solo per le persone arrivate fino al 5 aprile e con un permesso “non rinnovabile” che di fatto posticipa semplicemente la condizione di clandestinità. Poi c’è stata la detenzione illegittima, ai limiti del sequestro di persona, nei nuovi CAI/CIE di Santa Maria Capua Vetere, Palazzo San Gervasio, Civitavecchia…
con molteplici violazioni dei diritti umani e delle stesse garanzie costituzionali.
Fin dai primi giorni la Caserma Ezio Andolfato è diventata infatti un centro della vergogna, con centinaia di persone costrette a vivere in una tendopoli perennemente esposta al sole e con la polizia che ha represso il loro comprensibile malessere con cariche ripetute, lacrimogeni sparati tra le tende, uso di unità cinofile…
Mentre decine di profughi si fratturavano gambe e braccia nel tentativo di saltare le mura e guadagnarsi la libertà!
I rifugiati che sono oggi reclusi nel CIE di S.M. Capua Vetere sono stati detenuti per circa due settimane, prima su una nave militare trasformata in prigione galleggiante e poi nella caserma Andolfato, senza il vaglio di nessuna autorità giudiziaria. E quando infine è arrivata l’udienza del giudice di pace, al danno si è aggiunta la beffa, col rifiuto di scarcerarli per scadenza dei termini di legge e arrivando anzi ad affermare che i migranti si erano “autoreclusi” di propria spontanea volontà, che si lanciavano dalle mura perchè forse non gli piace uscire dalla porta…!
Oggi le condizioni di detenzione sono diventate ancora più assurde, con le persone rinchiuse l’intera giornata nelle tende, private persino delle reti dei materassi, costrette spesso a usare le bottiglie per i bisogni fisiologici…!
Intanto le mura della caserma Andolfato confezionano un chiaro messaggio di criminalizzazione sociale. Sono una vera frontiera del senso: al loro interno, dietro i pattugliamenti della polizia a cavallo (!), circondati giorno e notte dai reparti antisommossa, i “giovani coraggiosi che in nordafrica si rivoltano per la democrazia”, diventano rapidamente “pericolosi e inquietanti clandestini”… e si svela tutta l’ipocrisia di chi a parole incoraggia la “lotta per la democrazia” e nei fatti vorrebbe continuare ad avere regimi polizieschi che impediscano la libertà di movimento ai propri cittadini, garantendo la blindatura della fortezza europa.

Cancellare il CIE Andolfato, dove si violano i diritti umani delle persone, è perciò una responsabilità di tutti! Il 21 maggio manifesteremo a Santa Maria Capua Vetere per pretendere la chiusura di questo lager, come degli altri campi detentivi; per rivendicare il diritto a una vera accoglienza e alla regolarizzazione attesa anche dai tanti migranti che ancora sono costretti alla clandestinità in tutta italia.
Ci mobiliteremo contro le norme razziste approvate in questi anni e che servono solo a sfruttare i lavoratori immigrati, a speculare sulla politica della paura e ad affogare nella guerra tra poveri quel pò di libertà che ancora esiste.

E’ tempo invece di raccogliere il vento dei cambiamenti che arriva dal Sud per aprirci a una nuova visione del Mediterraneo. Che deve smettere di essere la tragica tomba di migliaia di persone che “non ce l’hanno fatta” per diventare un mare dei diritti e della libertà a partire dal fondamentale diritto di movimento degli esseri umani!

Per adesioni: chiudiamolo@gmail.com

Coordinamento antirazzista contro il CIE Andolfato

Fare l’università non deve essere un’impresa!!! Fuori confindustria dalle università

Oggi 3maggio, studenti e studentesse napoletani hanno interrotto l’iniziativa “Biotecnologie. incontro Università-Impresa”, che si teneva presso la nuova facoltà di biotecnologie.

Al momento dell’apertura dello striscione “fare l’università non deve essere un’impresa”, due studentesse hanno preso la parola, sollevando una serie di critiche rispetto ai precedenti interventi.

Denunciamo il tentativo subdolo di mettere a tacere la contestazione portato avanti da quei rappresentanti istituzionali della facoltà presenti in aula: se a parole, infatti, si sono ipocritamente detti aperti al dialogo con gli studenti, nei fatti hanno fatto in modo che l’aula si svuotasse in parte, abbandonandola essi stessi e sollecitando lo stesso atteggiamento da parte della platea.

Probabilmente avrebbero avuto poco da dire rispetto alla messa in evidenza di un progressivo rafforzamento del potere delle imprese nelle nostre università, proprio loro che alle imprese hanno aperto di buon grado la porta principale delle nostre facoltà, proprio loro che le invitano nella più pomposa cornice istituzionale di strutture non attive ma tirate a lucido per l’occasione (poi poco importa che gli studenti continuino a frequentare aule e laboratori fatiscenti…)

Non avrebbero avuto niente da dire neanche rispetto alla crescente influenza che i privati hanno nella distribuzione dei fondi di ricerca e nella sua pianificazione, nell’organizzazione dei tirocini pre-laurea, occasione di lavoro non retribuito, dato in cambio di  un apprendimento parcellizzato, spendibile solo presso poche aziende in cui andare a prestare mano d’opera a basso costo all’indomani della laurea.

Denunciamo quindi il vile apparentamento tra professori universitari e imprese, che troveranno sempre la nostra opposizione ferma. La nostra lotta per un’università pubblica, di tutti e di qualità non si fermerà.

Studentesse e Studenti Napoletani

Guarda il video del nostro intervento

 

La verità sull’ennesima aggressione fascista

La mattinata del 29 Aprile si è aperta all’insegna di una nuova e vile aggressione fascista a suon di coltelli a Porta di Massa,alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Ci sembra doveroso fare una ricostruzione dei fatti,vista la mistificazione mediatica operata dalle principali testate giornalistiche, anche quelle della cosiddetta “sinistra istituzionale”,che parlano di “rissa”,”guerra tra bande”,etc. tesi che crolla se si contestualizza la vicenda.

Durante la notte del 28 Aprile,sono comparse scritte di natura fascista e provocatoria, come “antifascisti vi buchiamo”,svastiche e celtiche.

La mattina del 29 le studentesse e gli studenti di Porta di Massa stavano prontamente provvedendo a cancellare queste infamità dai muri della Facoltà, quando un militante di CasaPound è andato a provocare le compagne e i compagni,prima verbalmente e poi mostrando un coltello, con chiaro riferimento alla minaccia della sera prima. Ad una pronta risposta delle militanti e dei militanti, a mani nude,il vigliacco si è rifugiato nella Facoltà di Giurisprudenza a 2 passi da lì. Dopo circa una mezz’ora in cui le compagne e i compagni avevano ripreso a cancellare le scritte, 4 fascisti, tra cui Enrico Tarantino (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2011/23-aprile-2011/se-candidato-municipalita-fa-auguri-adolf-hitler-190497830024.shtml), militante di CasaPound e candidato nella lista civica “liberi per Lettieri” e  fascisti appartenenti alla “Costiera Futurista”, , si sono gettati tra i militanti con i coltelli sguainati e hanno ferito 3 compagni a braccia,gambe,nuca e ad uno di questi è stata trapassata la mano con una coltellata e gli sono stati lesionati 2 nervi.(http://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/io-c-ero-ho-visto-tutto/cm-156142)

A quel punto i fascisti sono stati messi in fuga e i feriti portati all’ospedale, mentre la solidarietà di tutte e tutti portava alla creazione di un presidio fuori la Facoltà e dal quale è partito un corteo ,nel momento in cui è arrivata la notizia che i compagni erano stati anche portati in Questura ( oltre il danno la beffa). Il corteo arriverà fino alla Questura per portare solidarietà ai compagni che sono stati trattenuti diverse ore dalla DIGOS e sono stati anche denunciati. A quel punto un ulteriore corteo è partito ed ha attraversato tutto il centro storico,reagendo prontamente all’aggressione,perché è ormai chiaro che di aggressione si tratti, un’aggressione premeditata per giunta. Il corteo cercherà di raggiungere inoltre la sede del Pdl di P.zza Dante per denunciare la connivenza tra questo partito e fascisti, primo fra tutti Enrico Tarantino, già balzato alle cronache per aver espresso la propria stima per Hitler. Quando il corteo è arrivato in P.zza Dante però la polizia ha violentemente respinto e disperso il corteo con manganelli e lacrimogeni ,mentre nel frattempo una parte di compagne e compagni era andato a contestare Lettieri ai Decumani,anche se i soliti scribacchini hanno lasciato volutamente nell’ambiguità quella che è una semplice contestazione verbale, trasformandola in un’aggressione, così come l’agguato squadrista è diventata una “rissa tra bande” .(http://www.youtube.com/watch?v=XWidkAWIIfw&feature=player_embedded#at=24)

Ma la giornata non è ancora finita : infatti  la sera era in corso una festa di a Palazzo Giusso quando 7 individui a bordo di motorini ,di cui  2 a volto coperto e armati di mazze con scritto “boia chi molla” e coltellacci da macellaio, hanno tentato di fare irruzione nel Palazzo. Anche se la piazza ha reagito prontamente con lancio di bottiglie, questi vigliacchi ,minacciando la folla con il coltello per  cercare di non far intervenire nessuno,hanno pestato un compagno,come a ribadire che non si possa interferire nella campagna elettorale di alcuni candidati ,appoggiati anche da  esponenti della criminalità ,riconosciuti durante questa aggressione.

Ovviamente il giorno dopo i giornali non sottolineavano la vicenda ma titolavano “bomba su Lettieri”, mistificando ancora la realtà ,infatti era stata lanciata durante la notte una bomba carta su la sede di “liberi per Lettieri”,vuota per giunta .

Ci è sembrato quindi giusto smontare questa rete di menzogne strumentali alla campagna elettorale in corso ribadendo che noi non appoggiamo nessun partito né candidato e per dichiarare che non siamo disposti a cedere neanche di un passo davanti a queste aggressioni squadriste.

 

Contro il fascismo e la sua violenza ora e sempre resistenza!!!

 

Coor2pol

 

Aggressione Fascista alla facoltà di Lettere

Giorno 28 aprile, intorno alle 9 di sera, dopo la chiusura della facoltà di Lettere, sono comparse sui muri del palazzo svastiche e scritte inneggianti al nazismo.Come di consueto, i compagni della facoltà non hanno aspettato che calasse la notte per cancellare le svastiche e le scritte razziste che hannop imbrattato i muri di un luogo da sempre teatro di lotte studentesche ed antifasciste, preferendo organizzare fin dalla mattoina presto un momento aggregativo e di controinformazione per denunciare l’accaduto e ripulire la facoltà dai segni di quegli infami.
Tra le 10.30 e le 11 pero’, nel bel mezzo dell’iniziativa, tre appartenenti a Cpi Napoli, tra cui il candidato nella lista “Liberi Con Lettieri” Enrico Tarantino, sono passati tra i compagni e dopo un breve diverbio verbale, senza alcuna esitazione, hanno tirato fuori le lame con cui hanno colpito tre dei nostri compagni,attualmente all’ospedale.
Per ora le notizie che abbiamo circa il loro stato sono per due compagni punti di sutura alle braccia e alle gambe ( 9 per uno di loro, dietro il braccio, e 7 in tutto per l’altro ferito ad entrambe le gambe).Un altro compagno  è stato attualmente spostato nel reparto chirurgia; oltre a ricevere 5 punti di sutura dietro la testa per un colpo da cinghia, deve essere operato ad una mano con cui, secondo i medici, si è difeso da un colpo che aveva ben altra e più grave destinazione.Probabilmente i muscoli della mano si sono lacerati,aspettiamo notizie.Gli antifascisti napoletani, di ogni territorio luogo e facoltà stanno intanto accorrendo sotto l’Università in attesa del corteo che partirà proprio da qui alle ore 16.00.
Già fioccano comunicati infami dei fascisti di Casapound, che lamentano di aver subito un’aggressione, ma chiunque passasse sotto la facoltà in quel momento ha ben chiara la dinamica che si è sviluppata: un’aggressione vile, infame e armata contro dei compagni da sempre impegnati nelle lotte antifasciste.

NESSUN AGGUATO RESTERA’ IMPUNITO!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

Appuntamento sotto LEttere ore 16.00

Antifascisti napoletani

 

CON VITTORIO NEL CUORE

Ci sono uomini che nascono con la storia già scritta, che vivono sentendosi addosso sin dal principio tutto il dolore del mondo.

Non c’è modo di placare l’angoscia,  né di zittire quella voce assordante che ti martella, ripetendoti senza tregua che c’è qualcuno, in un qualsiasi angolo della terra, che nasce e muore senza conoscere altro che sofferenza e disperazione.

L’unica strada percor

ribile è quella della lotta, o rassegnarsi a perdere. Ma non è da perdenti che certi uomini potrebbero vivere.

 

Vittorio Arrigoni ha scelto di rinnegarsi e rinascere molto lontano, di svestire i panni comodi di chi è nato dalla “parte giusta” del mondo, di vivere gio

rno dopo giorno le pene e le angosce di un popolo oppresso e massacrato. Di morirne.

Ha trascorso anni lottando per una Palestina finalmente libera, per il diritto all’autodeterminazione di un popolo oppresso e martoriato. Ha vissuto sfidando i proiettili e le bombe infami dell’oppressore, rompendo il silenzio squallido di pennivendoli sedicenti giornalisti, quell

i che Gaza la raccontano da lontano, seduti dietro ad una scrivania, da bravi servi dell’imperialismo mondiale.

Sarà semplice fare in modo che Vittorio Arrigoni resti vivo in noi. Lo faremo attraverso il prosieguo nei fatti di tutto ciò in cui ha creduto e per cui è stato un esempio.  Lo faremo attraverso la lotta, ogni giorno, ma soprattutto lo faremo pensando alla vittoria. Sempre. Fino alla vittoria.

 

Al fianco di Vittorio

Questa mattina è stato rapito Vittorio Arrigoni, militante da sempre al fianco del popolo Palestinese, le notizie parlano di una cellula salafita, il Gruppo per la Predicazione e il Combattimento (GSPC) in lotta da tempo contro Hamas, che minaccia di ucciderlo se il governo Haniyeh  non dovesse rilasciare alcuni prigionieri politici appartenenti a questa sigla. A noi del Coordinamento II policlinico non interessa chi sia l’esecutore di tale spregevole azione: Salafiti, servizi segreti Israeliani, o altri servi dell’imperialismo mondiale, perché tale atto proditorio è uno schiaffo contro chi, attraverso la cronaca e l’impegno quotidiano da Gaza, ha lavorato , lavora e lavorerà per far conoscere al mondo, l’anelito di un popolo che lotta per la propria autodeterminazione.

Con Vittorio nel Cuore

Coordinamento II Policlinico

 

Stop the War!!! Appello per la manifestazione Nazionale del 16 Aprile.

Ci risiamo. L’Italia – che a parole ripudia la guerra – si è lanciata in una nuova aggressione militare, al fianco di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti; la quinta in vent’anni, la terza nel giro di un decennio.

I motivi? Per questa, come per altre guerre, sono chiari e precisi: la rapina di risorse energetiche e materie prime – di gas e petrolio – e gli affari delle grandi aziende e della grande finanza. L’attacco alla Libia di Gheddafi, fino a ieri “nostro miglior alleato”, rappresenta anche la possibilità di gestire un territorio-chiave, di addomesticare tutte le rivolte che stanno agitando il Nord Africa e il mondo arabo, di controllare un pezzo di mondo che si è risvegliato e cerca da sé la sua libertà.

Questo attacco ha già causato già centinaia di morti fra i libici, e tanti ancora ce ne saranno non appena l’uranio impoverito, utilizzato in questa come in tutte le altra guerre degli ultimi anni, comincerà a mostrare i suoi terribili effetti.

Come al solito, la prima vittima di ogni attacco militare è la verità: per nascondere l’orrore della guerra e giustificare l’uso della forza abbiamo assistito alle più vecchie e trite retoriche: da un ritrovato e sfacciato spirito colonialista, alla retorica dell’“interesse nazionale”, al ritornello della “guerra umanitaria” e, come sempre, si cerca di neutralizzare l’impatto emotivo di una nuova guerra, di farla sparire.

Giusto otto anni fa, contro analoghe menzogne, eravamo in milioni a scendere in piazza. Oggi il silenzio di parti del movimento e della sinistra istituzionale, che si nasconde dietro alla “foglia di fico” dell’ONU, è assordante, mentre a spingere per l’intervento ci sono in prima fila il PD ed il Presidente Napolitano…

È giunto il momento di dire la nostra, mentre riscrivono la storia del Mediterraneo attraverso le bombe, la violazione dei diritti dei migranti e la continua militarizzazione del nostro e del loro territorio.

È giunto il momento di affermare che non esistono interessi “nazionali”, ma solo gli interessi degli sfruttati e dei dominati di tutto il mondo contro quelli dei dominanti e dei regimi di tutto il mondo.

È giunto il momento di proclamare che i popoli, e lo hanno manifestato con vigore in questi mesi proprio i tunisini e gli egiziani in rivolta, o si liberano da soli o non si liberano affatto.

Tutto questo lo vogliamo dire forte e chiaro proprio a Napoli, dove è appena passato il comando dell’operazione ora a guida NATO, sabato 16 aprile.

Una manifestazione che, schierandosi a fianco del popolo libico e di tutte le popolazioni in rivolta dell’area, chieda:

• La fine immediata dei bombardamenti e dell’aggressione militare.
• La fine di ogni ingerenza straniera, compresa l’ipotesi di embargo e di sequestro dei beni libici non meno criminale dell’aggressione militare.
• Il diritto d’asilo per tutti i profughi e i migranti in fuga.
• Il taglio delle spese militari e l’utilizzo di fondi e mezzi per le vere priorità sociali di un’Italia in crisi: casa, lavoro, servizi sociali, reddito garantito, provvedimenti a difesa del territorio e dell’ambiente.


PER ADERIRE E VISUALIZZARE  L’ELENCO DELLE ADESIONI FIN’ORA PERVENUTE CLICCA QUI

Chi decide della tua Salute?

Nonostante la guerra imperialista che si combatte a poche migliaia di km dalle nostre coste e la recente aggressione fascista di via Foria non verremo meno ai nostri percorsi ne’ alle nostre scadenze.
La sanità pubblica sta attraversando senza dubbio il periodo peggiore dall’inizio della repubblica. Quell’aziendalizzazione del SSN promossa dai vari governi negli ultimi 20 anni (in particolare dal centro – “sinistra”) oggi è diventata una realtà atroce che (senza esagerazioni) già vede e sacrifica le sue vittime innocenti. Quell’americanizzazione dei servizi pubblici è oggi concreta e realizzata pienamente, con l’unica differenza che lo strozzinaggio in Italia è direttamente appannaggio dello stato mentre negli USA rimane saldamente nelle mani di assicurazioni private (nonostante i trionfalistici annunci del “comunista” Obama). Se si esclude la prestazione di emergenza e alcuni specifici e sempre più rari ambiti specialistici è evidente che sempre più larghe fette della popolazione scontano difficoltà enormi nell’accesso al servizio pubblico, legate da un lato alla perdita del potere d’acquisto connessa alla crisi economica e la proletarizzazione del ceto medio,dall’altro all’aumento dei costi dei ticket e le difficoltà di accesso ai farmaci.
Il confronto con una realtà diversa come Cuba (secondo l’ONU uno dei sistemi sanitari migliori nel mondo) può essere il punto di partenza per costruire altri percorsi, per comprendere meglio la nostra realtà e cercare in modo concreto di cambiarla.
Giovedì 31 marzo ore 14.00 Aula occupata Sergio Piro
II Policlinico Ed 20
Assemblea Pubblica
Con Indira Pineda, sociologa cubana