Manifestazione antirazzista contro il CIE Andolfato: Contro la cultura e la pratica dell’apartheid!
Sabato 21 maggio ore 11.00 piazza San Pietro (S.M.Capua Vetere)
– da Napoli appuntamento partenza ore 9.00 piazza Garibaldi (Hotel Terminus) – 5 euri A/R
Per info e per confermare presenza: chiudiamolo@gmail.com
Appello:
La militarizzazione con cui il governo ha intesto gestire l’arrivo di profughi e migranti dal nord-africa rispecchia la retorica emergenziale e securitaria del discorso pubblico sul tema dell’immigrazione e il suo continuo incattivirsi in chiave razzista. Ed è il volto interno della guerra che anche per questi motivi si sta conducendo in Libia!
La trasformazione della caserma E. Andolfato di Santa Maria Capua Vetere in un centro di detenzione per immigrati e rifugiati è avvenuta in un regime di puro Stato d’eccezione, di autoproclamata “emergenza”, con la costituzione di un campo chiuso e sorvegliato denominato CAI, acronimo sconosciuto alla pur fantasiosa proliferazione semantica che caratterizza la macchina della deportazione in Italia.
Con un’ordinanza del 21 aprile la caserma è stata infine trasformata in un CIE, un “centro di identificazione ed espulsione”, il primo in Campania! Sono le famigerate galere etniche per migranti istituite nel ’98 dalla legge Turco-Napolitano e per le quali il “pacchetto-sicurezza” ha allungato i tempi di detenzione fino a sei mesi! Una lunga reclusione per persone accusate di nulla, se non di cercare una vita diversa, un lavoro o magari l’asilo politico e la protezione internazionale.
La pratica della libertà di alcune migliaia di persone che hanno attraversato il Mediterraneo in queste settimane ha mandato però in crisi le procedure esistenti, dimostrandone tutto il carattere puramente ideologico. Così, saltato anche il paravento di burocrazie e dispositivi, la violenza e l’arbitrio si sono mostrate nella loro nuda realtà!
Inizialmente il governo è stato costretto a riconoscere la protezione umanitaria, ma inspiegabilmente solo per le persone arrivate fino al 5 aprile e con un permesso “non rinnovabile” che di fatto posticipa semplicemente la condizione di clandestinità. Poi c’è stata la detenzione illegittima, ai limiti del sequestro di persona, nei nuovi CAI/CIE di Santa Maria Capua Vetere, Palazzo San Gervasio, Civitavecchia…
con molteplici violazioni dei diritti umani e delle stesse garanzie costituzionali.
Fin dai primi giorni la Caserma Ezio Andolfato è diventata infatti un centro della vergogna, con centinaia di persone costrette a vivere in una tendopoli perennemente esposta al sole e con la polizia che ha represso il loro comprensibile malessere con cariche ripetute, lacrimogeni sparati tra le tende, uso di unità cinofile…
Mentre decine di profughi si fratturavano gambe e braccia nel tentativo di saltare le mura e guadagnarsi la libertà!
I rifugiati che sono oggi reclusi nel CIE di S.M. Capua Vetere sono stati detenuti per circa due settimane, prima su una nave militare trasformata in prigione galleggiante e poi nella caserma Andolfato, senza il vaglio di nessuna autorità giudiziaria. E quando infine è arrivata l’udienza del giudice di pace, al danno si è aggiunta la beffa, col rifiuto di scarcerarli per scadenza dei termini di legge e arrivando anzi ad affermare che i migranti si erano “autoreclusi” di propria spontanea volontà, che si lanciavano dalle mura perchè forse non gli piace uscire dalla porta…!
Oggi le condizioni di detenzione sono diventate ancora più assurde, con le persone rinchiuse l’intera giornata nelle tende, private persino delle reti dei materassi, costrette spesso a usare le bottiglie per i bisogni fisiologici…!
Intanto le mura della caserma Andolfato confezionano un chiaro messaggio di criminalizzazione sociale. Sono una vera frontiera del senso: al loro interno, dietro i pattugliamenti della polizia a cavallo (!), circondati giorno e notte dai reparti antisommossa, i “giovani coraggiosi che in nordafrica si rivoltano per la democrazia”, diventano rapidamente “pericolosi e inquietanti clandestini”… e si svela tutta l’ipocrisia di chi a parole incoraggia la “lotta per la democrazia” e nei fatti vorrebbe continuare ad avere regimi polizieschi che impediscano la libertà di movimento ai propri cittadini, garantendo la blindatura della fortezza europa.
Cancellare il CIE Andolfato, dove si violano i diritti umani delle persone, è perciò una responsabilità di tutti! Il 21 maggio manifesteremo a Santa Maria Capua Vetere per pretendere la chiusura di questo lager, come degli altri campi detentivi; per rivendicare il diritto a una vera accoglienza e alla regolarizzazione attesa anche dai tanti migranti che ancora sono costretti alla clandestinità in tutta italia.
Ci mobiliteremo contro le norme razziste approvate in questi anni e che servono solo a sfruttare i lavoratori immigrati, a speculare sulla politica della paura e ad affogare nella guerra tra poveri quel pò di libertà che ancora esiste.
E’ tempo invece di raccogliere il vento dei cambiamenti che arriva dal Sud per aprirci a una nuova visione del Mediterraneo. Che deve smettere di essere la tragica tomba di migliaia di persone che “non ce l’hanno fatta” per diventare un mare dei diritti e della libertà a partire dal fondamentale diritto di movimento degli esseri umani!
Per adesioni: chiudiamolo@gmail.com