Per il corteo nazionale dei precari dell’istruzione del 30 Ottobre a Napoli
Governi di destra e di centrosinistra portano avanti da anni un processo di smantellamento della pubblica istruzione, che ha portato, di fatto, a uno dei licenziamenti di massa più imponenti della storia italiana; sono migliaia i docenti precari che sono stati letteralmente gettati in mezzo alla strada o costretti a rincorrere mese dopo mese un rinnovo dell’incarico. In un quadro di completo disfacimento dello stato sociale, assistiamo alla sistematica destrutturazione delle conquiste del movimento operaio, alla repressione delle lotte dei disoccupati, alla speculazione sulla forza lavoro migrante con la costante minaccia del rimpatrio o della deportazione nei lager di Stato (CIE).
A ciò si affiancano gli enormi tagli ai fondi per la scuola e per l’università: usando l’arma della razionalizzazione delle risorse si procede alla completa ristrutturazione del mondo dalla formazione, dalle materne all’università, adeguandolo ai diktat di chi vuole scaricare la crisi causata dai padroni sui lavoratori, mai mettendo in discussione i propri profitti.
Come studenti, anche noi subiamo quotidianamente le conseguenze di questo attacco, portato avanti su scala europea, con l’asservimento della didattica e dell’intera gestione dell’istruzione agli interessi economici di pochi: l’università si piega alle logiche aziendali, con l’ingresso dei privati nei consigli d’amministrazione, che avranno potere decisionale sulla formazione, indirizzandola verso quelle conoscenze funzionali alle necessità del mercato.
Anche per questo siamo, come realtà studentesche in lotta, al fianco di quelle esperienze autorganizzate, conflittuali e dal basso che portano in piazza la loro rabbia, rifiutando le soluzioni palliative portate al tavolo della concertazione dai sindacati confederali o proposte dentro e fuori al parlamento da quei partiti che si autoproclamano “difensori dei diritti”.
Da parte delle istituzioni la risposta è sempre la stessa: all’interno del parlamento tutelano e difendono i profitti, all’esterno cariche su cortei, campagne mediatiche, licenziamenti mirati e leggi che vietano ogni forma di critica e dissenso (è esemplare la presenza di forti sanzioni pecuniarie per i dirigenti scolastici che sollevino pubblicamente obiezioni sulla riforma). Ogni forma di opposizione agli ultimatum governativi viene puntualmente soffocata in maniera sempre più brutale. Tutto questo non riguarda soltanto il mondo dell’istruzione, ma più in generale si traduce in un attacco generalizzato ai lavoratori, alle loro condizioni, alla loro salute e ai loro diritti.
Per questo è necessario che la risposta sia compatta e radicale, senza nessuna delega a “padrini istituzionali” o “rappresentanti del compromesso”, prendendo nelle proprie mani le rivendicazioni e le lotte di precari, studenti, lavoratori, disoccupati, migranti: di fronte a un attacco generalizzato, la risposta non può che essere unitaria.
Su tagli e licenziamenti non si contratta: i diritti non si meritano, si conquistano!
Coordinamento II Policlinico – Collettivo Autorganizzato Universitario